La bassa affluenza alle urne è la logica conseguenza di un sistema elettorale bipolare e maggioritario originariamente pensato per limitare la rappresentanza.Non può sfuggire a nessuno, infatti, che più la politica si omologa, più l’elettorato tende a non partecipare o a spostarsi verso un voto di scambio. Ma questa non è una conseguenza non voluta del sistema elettorale. Questo è l’obiettivo che, fin dal piano di rinascita nazionale della P2, si sono date le classi dominanti di questo paese. Apripista fu Bettino Craxi e continuatore tra gli altri Walter Veltroni.
Il voto al Movimento 5 stelle nelle scorse politiche e il successivo insediarsi del governo delle larghe intese, dimostra quanto sia artificiale la riduzione a due del sistema politico e quanto il gioco delle parti tra centro-destra e centro-sinistra abbia alle spalle una sostanziale condivisione dei nodi centrali della politica economica, in particolare delle politiche sul lavoro.
Non hanno senso allora tutte le lamentazioni che politici e giornalisti fanno oggi sulla larga astensione romana. Dovrebbero invece rallegrarsi perché la passivizzazione è la migliore condizione per poter continuare a governare. Al contrario occorre assicurare una più ampia rappresentanza. L’unica cosa che può riportare gli elettori al voto è una legge elettorale proporzionale.