Mi hanno chiesto perchè non aderisco a “Liberi e uguali”.

Mi hanno chiesto perchè non aderisco a “Liberi e uguali”.
Ho risposto “per motivi personali”.

Quando andrò in pensione ci andrò con una pensione più bassa e con più anni di lavoro di quelli previsti quando cominciai a lavorare. Come milioni di altre persone. Un peggioramento significativo della condizione di  un lungo periodo della vita. Ciò a causa di una riforma previdenziale che ha trasformato le pensioni da istituto solidale e di dignità in mera accumulazione individuale. Ciò è avvenuto nonostante che in questi 40 anni la produttività del lavoro si sia moltiplicata, e mentre la ricchezza si concentrava, le tasse per i redditi più elevati diminuivano e l’evasione fiscale non veniva combattuta, le banche venivano “salvate”.
Questa riforma è stata fatta in tre tappe.
La prima nel 1995 con il governo Dini (centrosinistra sostenuto dal PD – D’Alema segretario)
La seconda nel 2005 con il governo Berlusconi
La terza, il colpo di grazia, con la riforma Fornero del governo Monti (governo tecnico sostenuto dal PD – Bersani segretario)
Questo scherzetto a me è costato 7 anni di lavoro e decine di migliaia di euro che mi saranno sottratti (riducendo entità e anni di pensione) per pagare interessi alle banche. Molto di più costerà ai giovani che cominciano a lavorare oggi.
La riforma delle pensioni realizzata a più tappe dal centrosinistra e centrodestra è stata la più grande manovra di redistribuzione di reddito dai lavoratori ai capitali di tutta la storia della Repubblica.
D’Alema e Bersani, i veri capi di “Liberi e Uguali”, ne sono stati tra i protagonisti, non ne sono pentiti e propongono esplicitamente di tornare a quel centrosinistra.
Non vedo come potrei aderire.

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