Discriminazione razziale: l’ONU “deplora” la politica di Alemanno. Cambiare pagina.

Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) ha diffuso il 9 marzo 2012 le proprie osservazioni in merito al rapporto periodico sottoposto dalle autorità italiane ad un anno dalla pubblicazione delle Raccomandazioni ONU.

Il quadro è sconfortante.

Gran parte del rapporto deplora la grave situazione di discriminazione e segregazione cui sono vittime gli appartenenti ai gruppi etnici Rom, Sinti e Camminanti.

Il CERD  ha “deplorato” gli sgomberi delle comunità Rom e Sinti che hanno avuto luogo  dal 2008 e che sono proseguiti nonostante l’annullamento del Piano Nomadi da parte del Consiglio di Stato nel 2011, si è “rammaricato” per il modo in cui vengono utilizzati il  personale di sicurezza e i video-controlli per l’accesso ai campi, si è detto “preoccupato” del fatto che Roma, Sinti e Camminanti vivano in una situazione di segregazione de facto dal resto della popolazione in campi che spesso mancano delle strutture per soddisfare i bisogni più elementari, si è detto “estremamente preoccupato” per  il prevalere del discorso razzista, della stigmatizzazione e degli stereotipi nei confronti di Rom, Sinti, Camminanti,  “esprime la sua preoccupazione che i bambini delle comunità Rom e Sinti continuino a subire discriminazioni in materia di accesso all’istruzione

Nel linguaggio diplomatico delle Nazioni Unite il rapporto è una condanna senza appello!

 Incurante di ciò il sindaco uscente, Alemanno, ha impacchettato  la città con i suoi manifesti con cui rivendica lo sgombero dei campi. Dove vanno a finire gli uomini e le donne sgomberate? In moderni campi di concentramento, nelle periferie della città e lontano da ogni servizio, costrette a vivere in condizioni umane e mediche degradate per il solo fatto di appartenere all’etnia Rom e Sinti ( col paradosso di essere spesso cittadini italiani).

Occorre voltare pagina con decisione avviando una politica di integrazione sociale, culturale ed economica delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, che non può che partire dal riconoscimento di dignità, superando un lungo periodo di discriminazione che data almeno dalle leggi fasciste “in difesa della razza”.

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