Due parole su di me

Sono attualmente membro dell’esecutivo nazionale della Rete Italiana Pace e Disarmo e di Un Ponte Per, posizione che ricopro dopo una vita dedicata all’attivismo per la pace e per i diritti. 

Nel 1991, dalla mobilitazione contro la partecipazione italiana alla guerra del Golfo e seguendo un invito di padre Balducci a “risarcire il popolo iracheno” per i bombardamenti degli aerei italiani, ho fondato l’associazione pacifista Un ponte per Baghdad – che poi sarebbe diventata Un Ponte Per – della quale sono stato presidente per 18 anni e del cui Comitato Nazionale faccio tuttora parte. Con Raniero La Valle, che ha fatto parte del comitato dei garanti di Un Ponte Per, organizzammo nel ’99 la delegazione di pace per portare solidarietà alla popolazione di Belgrado sotto i bombardamenti della Nato.  Dal primo invio di medicinali attraverso l’Unicef nel ’91 ad oggi Un Ponte Per ha allargato la sua attività di solidarietà con le vittime delle guerre all’insieme del Medio Oriente ed oggi anche in Ucraina. Rappresento Un Ponte Per nella Convenzione per i Diritti nel Mediterraneo.

Negli anni ’70 e ’80 avevo militato nei partiti della sinistra radicale. Sono stato consigliere comunale a Bologna e membro della segreteria nazionale di Democrazia Proletaria e segretario romano di Rifondazione Comunista. In DP avevo l’incarico per l’ambiente e il territorio. In quegli anni ho partecipato alle lotte per il diritto alla casa, per l’equo canone e contro le case sfitte e dando vita all’Unione Inquilini di Bologna. Poi nel movimento ambientalista, contro le fabbriche inquinanti e il nucleare. In quegli anni organizzammo il primo convegno nazionale contro il ponte di Messina ed ebbi la ventura di coordinare la raccolta di firme per i referendum vittoriosi che hanno messo fuori legge il nucleare in Italia.

Ho studiato Relazioni Internazionali, con particolare attenzione alla storia del colonialismo, ho 67 anni, sono sposato ed ho un figlio e una figlia.

Parteciperò alla lista Pace Terra Dignità per dare il mio contributo ad allargare, anche dall’Italia, il gruppo di deputati europei, già consistente, ma ancora minoritario, che si oppongono alla deriva guerrafondaia dell’Unione Europea.

L’Europa ha di fronte a sé nei prossimi anni una scelta storica con conseguenze drammatiche sulla vita di milioni di persone.

Deve, cioè, decidere se continuare a seguire gli Usa sulla strada del riarmo o seguire la vocazione di potenza di pace che è stata alla base dell’Europa e che sembra smarrita.

Se sul pianeta ci sarà la nei prossimi decenni una collaborazione tra tutti i paesi per risolvere insieme le drammatiche sfide della povertà e del cambiamento climatico o la competizione che porta alla guerra dipende in grande parte da cosa farà l’Europa. E quindi anche da cosa farà ognuno di noi.