Un Centro Culturale del quartiere e non solo per il quartiere

Con la lentezza propria delle istituzioni la prospettiva di realizzazione di un centro culturale popolare a Tor Marancia si fa concreta.

Per questo come cittadini che per primi ne hanno promosso la realizzazione introducendo la proposta nella consultazione popolare del 2018 abbiamo pensato che occorre iniziare un confronto sulla gestione e le caratteristiche del futuro centro.

Questa nostre riflessioni vogliono essere solo uno spunto per discutere e sono a disposizione di tutte le istanze del quartiere per avviare un confronto per far crescere dal basso una proposta partecipata che esprima le esigenze del quartiere.

Gli spunti che presentiamo sono offerti anche alla riflessione del Comune di Roma e del Municipio, in particolare agli assessorati alla cultura che dovranno indirizzare il centro culturale e al Teatro dell’Opera, che è stato scelto come soggetto per la sua gestione con il quale auspichiamo una proficua collaborazione. 

Qualche idea per la futura gestione e fruizione del Centro Culturale Popolare di Tor Marancia

Il centro culturale popolare di Tor Marancia, nato per volontà dei cittadini della borgata che lo hanno richiesto come opera di urbanizzazione in compensazione per i danni arrecati dalla speculazione edilizia di piazza dei Navigatori è un’occasione unica e imperdibile di sviluppo, rinascita, riqualificazione della borgata di Tor Marancia. Senza sottovalutare le opportunità che anche una proiezione cittadina del CCPTM possono apportare al quartiere, riteniamo che il centro debba avere una chiara vocazione locale degli obiettivi da perseguire.

Ne abbiamo individuati 5 anche basandoci sui questionari e sulle assemblee fatte in passato

  1. Una L’identità popolare

Da anni alcune associazioni del quartiere perseguono una attività volta a costruire comunità nella borgata come antidoto alla disgregazione e alla solitudine. La proposta del centro culturale è nata anche all’interno di questa riflessione a partire dalla constatazione che nel quartiere mancano da sempre luoghi di aggregazione. Ma la aggregazione di comunità avviene anche intorno a simboli, come la nostra torre, e alla storia dei luoghi, riflessione che ha portato alcune associazioni del quartiere a proporre la valorizzazione del 90° della nascita della borgata.

Noi pensiamo che la gestione del centro culturale debba essere fortemente situata in questo processo di costruzione di identità ed orientata alla costruzione della comunità locale e alla difesa del suo carattere popolare anche a fronte della prossima costruzione di appartamenti di lusso delle ulteriori speculazioni di P,zza Navigatori e ex Fiera.

  • La socialità

Un luogo di incontro e non (solo) un luogo di spettacolo

Pensiamo che il centro culturale popolare di Tor Marancia debba svolgere un ruolo forte nel costruire e favorire la socialità in una borgata in cui non c’è nulla.

Un luogo dove i ragazzi e le ragazze si danno appuntamento, un luogo dove prendere un tè con un’amica o un amico, un luogo dove potersi sedere a leggere all’ombra, un luogo dove andare a studiare o fare prove musicali o teatrali, un luogo dove incontrarsi per giocare a scacchi o a carte, un luogo dove le associazioni del quartiere si possono riunire. Insomma, un luogo vivo e vissuto durante tutta la giornata a non solo nei momenti in cui ci saranno attività organizzate di formazione o di cultura o di spettacolo.

Da questo punto di vista riteniamo della massima importanza che il giardino previsto dal progetto approvato sia allestito e curato e manutenuto come parte integrante del centro culturale e non come qualcosa che “ci sta intorno”.

Allo stesso modo riteniamo della massima importanza che il cosiddetto spazio comune condiviso tra la scuola di ballo del Teatro dell’Opera e il centro culturale sia aperto durante la giornata come luogo vivibile e non sia considerato solo come lo spazio di passaggio per recarsi agli spettacoli o ai corsi di ballo.

  • La formazione

Un luogo di crescita della comunità locale

Il centro culturale deve essere anche un luogo dove si va per crescere, per imparare, per informarsi, per conoscere. Dai corsi di arti e mestieri, ai doposcuola, alla conoscenza dei fatti della storia e dell’attualità, alla presentazione di libri e alle conferenze, immaginiamo una programmazione volta alla crescita culturale della comunità. Le tematiche, le modalità, i target dell’attività formativa specifica dovranno essere programmati a partire dalle richieste e dalle proposte che possono emergere dal territorio, valorizzando le competenze esistenti (dalle associazioni, alle scuole agli artisti che nel quartiere vivono) ma anche promuovendo un’offerta formativa “esterna” che potrà essere sia professionale che puramente volta alla crescita personale.

Immaginiamo anche che la grande esperienza formativa nel campo della musica e della danza del teatro dell’Opera possa ispirare l’organizzazione di corsi gratuiti di musica e ballo per gli abitanti del quartiere.

  • L’attivazione

Un centro del quartiere e non (solo) per il quartiere

Il Centro culturale dovrebbe essere sentito come la propria casa dai cittadini che nel quartiere si attivano, come cittadinanza attiva o volontariato, come promotori di valori e cultura. Uno spazio adeguato nella programmazione dovrebbe quindi essere lasciato a questo. Qui dovrebbero far capo i gruppi musicali e teatrali qui dovrebbero poter organizzare eventi le associazioni del quartiere.

  • Una proposta culturale alta

Tutto quanto abbiamo detto finora è cultura, socializzare, formarsi, attivarsi, ma qui ci riferiamo allo specifico compito del Centro Culturale di promuovere la conoscenza e la fruizione delle arti, da quelle performative, allo spettacolo dal vivo, alle arti visive, al cinema, alla musica alle nuove arti del millennio in cui viviamo.  La promozione della cultura e della conoscenza come antidoto alla xenofobia.

Riteniamo che Il centro debba avere una sua propria offerta culturale, che non nasca soltanto “dal basso”. Da questo punto di vista pensiamo che il centro culturale dovrebbe avere una propria direzione artistica, responsabile della programmazione culturale che discuterà con le espressioni del territorio.

La gestione

Molto della possibilità di realizzare gli obiettivi che abbiamo elencato saranno riposte nella gestione del centro che immaginiamo sufficientemente finanziato dal Comune per svolgere il proprio compito.

Per perseguire obiettivi di crescita con apporti esterni e endogeni riteniamo che dovrà avere due soggettività che si confrontano dialetticamente.

Pensiamo che il centro culturale dovrà essere una istituzione pubblica forte, dotata di una propria capacità di proposta culturale, organizzativa e realizzativa. Una istituzione che garantisca la vita e l’operatività del centro in collaborazione con i cittadini. Ma senza scaricarne su di loro il peso.

Non abbiamo nessuna preclusione sul fatto che tale compito istituzionale sia svolto dal Teatro dell’Opera direttamente o con la costituzione apposita struttura.

Riteniamo che questa struttura debba poter interloquire con una forma di rappresentanza e soggettività locale che abbia un proprio ruolo e delle proprie prerogative incardinate nello statuto del centro. Più un comitato di indirizzo che un comitato di gestione. Nel quale abbiamo rappresentanza le diverse soggettività del quartiere, dagli studenti dei licei, alle direzioni didattiche delle scuole, dalle associazioni culturali a quelle di volontariato e promozione sociale, delle realtà religiose e politiche, fino, perché no, a quelle dei pubblici esercizi e delle attività economiche presenti.

Un siffatto soggetto potrà collaborare alla programmazione, a raccogliere le istanze che vengono dal basso, dare indirizzi che rafforzino la rispondenza della istituzione Centro Culturale Popolare.

Nei prossimi mesi auspichiamo l’avvio di un confronto con le altre istanze del quartiere e con le istituzioni, alle quali proponiamo sin d’ora di incontrarci.

Alle centinaia di firmatari delle numerose petizioni che hanno contribuito a rendere concreto questo sogno chiediamo di segnalarci il loro parere, anche critico, nei confronti delle idee che abbiamo avanzato.

Pubblicato sul blog del Centro Culturale Popolare Polivalemìnte di Tor Marancia – Maggio 2023

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