Partecipazione truccata in piazza dei Navigatori

Partecipazione truccata in piazza dei Navigatori

Il Comune di Roma ha avviato un cosiddetto processo partecipativo sulla destinazione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria che dovrebbero essere versati dai costruttori inadempienti per la realizzazione del Palazzo di vetro di piazza dei Navigatori e dell’albergo ovale – cosiddetto bidet – di via Giustiniano Imperatore. Una buona cosa si dirà. Ma l’iniziativa si presta ad una critica radicale.

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Lo stadio di Unicredit

Lo stadio di Unicredit

Referendum ATAC. Fuga dalla politica

Referendum ATAC. Fuga dalla politica

Nelle proposte che vanno per la maggiore sul trasporto pubblico romano il grande assente è la politica. Manca la politica quando si propone, come fa il Movimento 5 stelle, di affrontare il risanamento dell’Atac attraverso il concordato preventivo. Manca la politica quando si propone, come fanno i radicali insieme al PD, la privatizzazione del servizio.

In ambedue le proposte il sistema della mobilità romana viene considerato una invariante ignorando che la crisi dell’Atac è la conseguenza e non la causa del fallimento delle politiche sulla mobilità. E che quindi il suo risanamento può darsi solo come parte del cambiamento di queste politiche. Concentrarsi, come fanno i 5 stelle e i radicali, solo sull’efficienza dell’Atac significa scambiare la parte per il tutto, le conseguenze con le cause. E destinarsi al fallimento.

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Il ritorno della Nazione

Non so quando sia effettivamente cominciato, ma è stato un paio di secoli fa che la borghesia europea ha inventato la Nazione*. Un concetto potentissimo che fa leva sul bisogno di identità collettiva. Una risorsa politica inestimabile che fu messa al lavoro per detronizzare l’aristocrazia, unificare territori, allargando così i mercati per la nascente industria, e proteggerli dall’esterno.

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