RomaTPL: il fallimento della privatizzazione

Premessa

La notte tra il 28 e il 29 aprile con un gruppo di attivisti di Rifondazione Comunista abbiamo potuto constatare e documentare che una delle società del consorzio Roma TPL Scarl ricoverava i mezzi in un piazzale privato, non a norma con le disposizioni sulla sicurezza sul lavoro e non indicato nel contratto di servizio come rimessa delle vetture.  La successiva segnalazione alla ASL competente, da parte di Fabio Alberti, della grave irregolarità costringeva la società Mauritius a interrompere tale pratica e a riprendere il ricovero dei mezzi nella rimessa autorizzata.

Non è però questa l’unica irregolarità nella gestione privata del servizio pubblico di trasporto urbano. La prima, e più grave è il periodico e sistematico ritardo con cui i dipendenti vengono remunerati.

 

Le note che seguono sono redatte sulla base di una verifica del capitolato d’appalto sulla cui base è stata indetta la gara per l’affidamento a privati della “rete periferica” del servizio di trasporto pubblico (iniziali 25.000.000 di km/vettura/anno, divenuti poi 28 milioni).

Per una verifica completa dell’osservanza degli obblighi che RomaTPL ha assunto verso la collettività cittadina il candidato al consiglio comunale di Roma nella lista Sinistra X Roma Fassina Sindaco, Fabio Alberti, ha richiesto, in data 11 maggio, al Dipartimento Mobilità e Trasporti del comune una copia del contratto di servizio firmato da Roma Capitale e RomaTPL, ma, incredibilmente, ciò ci è stato burocraticamente negato in spregio del diritto di  informazione dei cittadini sull’operato della pubblica amministrazione e nonostante la recente approvazione del cosiddetto “Decreto trasparenza”  che ha stabilito che  i cittadini hanno diritto di conoscere dati e documenti in possesso della pubblica amministrazione, anche senza un interesse diretto.

Il flash mob di questa mattina vuole rivendicare questo diritto e nello stesso tempo denunciare le inadempienze di cui siamo già venuti a conoscenza. Inadempienze che ci sembrano comunque sufficienti a supportare la richiesta della revoca della concessione nei confronti di RomaTPL e della riassunzione del servizio da parte di Atac, con l’assorbimento dei lavoratori.

Per quanto ci riguarda insisteremo nel richiedere copia del contratto di servizio con l’intenzione di renderlo pubblico al fine di permettere un controllo pubblico, popolare e partecipato da parte degli utenti e dei lavoratori sull’operato della azienda privata di TPL.

 

L’affidamento di un parte del servizio di Trasporto Pubblico Locale, da parte del comune di Roma direttamente ad una società privata è stato deciso dal Consiglio Comunale nel 2008, affidando ad Atac l’espletamento di una gara di appalto per l’affidamento della gestione della cosiddetta “rete periferica”, consistente in 28 milioni di Km/vettura/anno pari a circa il 20% dell’insieme del servizio autobussistico urbano.

Precedentemente (dal 2000 al 2008) lo stesso servizio periferico era stato espletato dalla società privata Tevere TPL, per conto dell’Atac, che restava incaricata di tutto il servizio e che, per cosi dire, ne “subappaltava” una parte.

L’appalto è stato aggiudicato al consorzio Roma TPL, costituito per il 33% da APM (Azienda Perugina di Mobilità), per il 33% da COTRI (insieme di alcune imprese private sul territorio di Roma e del Lazio del trasporto passeggeri) e per il 33% da VTM MAROZZI (Gruppo Vinella). In seguito in Roma TPL Scarl sono confluite altre società locali quali Trotta, Fonti, Mauritius, Sauro, Sotram, ecc.

Il relativo contratto di servizio è stato firmato tra il Comune di Roma e Roma TPL alla fine del 2009 ed il servizio di trasporto è iniziato il primo di giugno 2010.

 

Il capitolato di appalto prevedeva tra l’altro:

  1. La produzione di 28 milioni di km/vettura all’anno di servizio di trasporto pubblico sulla “rete periferica” per 8 anni (fino al 1 maggio 2018) con un incremento annuo di 250.000 km/vettura ogni anno, sino a raggiungere i 29.750.000 km/vettura nel 2018. Il capitolato definiva le caratteristiche del servizio in ordine alla sua regolarità, qualità e caratteristiche tecniche.

 

* Dall’analisi delle determinazioni dirigenziali di liquidazione dei corrispettivi dovuti da Roma Capitale a Roma TPL Scarl, con le quali sono determinate anche le penali dovute per violazione degli accordi contrattuali si desume che il servizio reso è stato stabilmente al di sotto di quanto previsto in ordine ai punti 6.7 (Indice di regolarità del servizio mensile), 6.9 (Mancato servizio) e 7.5 (Qualità erogata) del capitolato speciale di appalto, con relativa erogazione di penali.

Penali per violazione delle suddette norme sono state riscontrate in tutti i periodi per i quali è stato possibile reperire le relative determinazioni dirigenziali:

II trimestre 2013
IV trimestre 2013
I trimestre 2014
II trimestre 2014
Agosto 2014
Settembre 14
Ottobre 14

*Secondo l’” Agenzia per il controllo della qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale” (relazione 2015) il servizio è stato negli anni dal 2011 al 2014 sistematicamente al di sotto dello standard richiesto per quanto riguarda l’informazione all’utenza.

 

  1. Le caratteristiche delle linee da esercire è descritto dettagliatamente nel capitolato tecnico ed è periodicamente variato da Atac.

*In merito abbiamo riscontrato almeno due violazioni: le linee 018 e 066 sono coperte con mezzi diversi da quelli previsti e non idonei alle caratteristiche delle stesse linee.

 

  1. Acquisizione da parte della società appaltante del parco mezzi di proprietà di Atac pari a 442 veicoli al valore netto stimato nei libri contabili di Atac al 31 dicembre 2008.

* Sono effettivamente stati acquistati 440 veicoli per un valore di circa 31 milioni di euro, effettivamente versati, si desume dai bilanci di Atac, solo nel 2013

 

  1. L’impegno a procedere al rinnovo totale del parco mezzi entro 36 mesi (cioè entro maggio 2013), con l’immissione in servizio di almeno 80 nuove vettura ogni semestre a partire dal secondo semestre successivo alla stipula del contratto di servizio.

* Il rinnovo del parco vetture è avvenuto con grande ritardo e si è concluso solo nel 2015 con due anni di ritardo rispetto agli impegni.

 

  1. L’obbligo di custodire e manutenere i veicoli esclusivamente nei depositi indicati in sede di gara che devono essere idonei allo svolgimento del servizio ed in regola con le normative di legge.

* Abbiamo già evidenziato che questa prescrizione sia stata violata almeno una volta. La notte tra il 28 e il 29 aprile la società Mauritius, consorziata Roma TPL, ricoverava i mezzi in un piazzale inidoneo.  Al momento del nostro sopralluogo in tale piazzale erano presenti una quarantina di mezzi, e durante il periodo di nostra presenza abbiamo assistito all’entrata nel suddetto piazzale di n. 6 ulteriori vetture.  Il piazzale non è a norma per quanto riguarda le prescrizioni per la sicurezza sul lavoro, non c’è un adeguato sistema antincendio, né cartelli indicatori di sicurezza. Il piazzale ha una sola uscita che immette su via della Maglianella della quale gli autobus in entrata e in uscita impegnano ambedue i sensi di marcia. Secondo le notizie che abbiamo raccolto questo avveniva già da tempo.  Un analogo episodio era stato riscontrato nel gennaio 2013 e denunciato dal consigliere regionale Fabio Nobile con un esposto che aveva comportato l’intervento della ASL.

*Abbiamo inoltre notizia della mancata realizzazione dell’adeguamento del deposito ufficiale di via della Maglianella, ove sarebbe prevista in sede di contratto di servizio la realizzazione di una seconda uscita che permettesse di gestire in sicurezza la movimentazione dei mezzi e l’immissione sulla rete stradale. Di tale adeguamento risulta esserci da anni il progetto che non è però mai stato realizzato.

 

  1. Per quanto riguarda il personale il capitolato di appalto prevedeva

– l’assorbimento di tutto il personale precedentemente in servizio presso Tevere TPL

– il rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro autoferrotranvieri

– la presentazione in sede di gara di un “Programma per il miglioramento del trattamento economico e normativo applicato al personale” il cui mancato rispetto era gravato da penali.

* La questione del trattamento del personale, in tutto 1800 lavoratori, è la nota più dolente.

Sono già noti i frequenti ritardi con cui i salari vengono corrisposti. Nell’ottobre 2015 il ritardo accumulato di tre mesi di stipendio costringeva i lavoratori ad azioni di lotta che hanno comportato un grave danno alla mobilità periferica romana. Dal febbraio 2016 (per un’azienda del consorzio da gennaio 2016) tali ritardi si sono ripresentati e saranno recuperati, afferma la azienda, solo il 31 di maggio.

*Il Piano di miglioramento economico non ci è noto, ma i lavoratori testimoniano che nessun miglioramento economico è stato applicato in sede di contrattazione decentrata in questi anni.

*Nel corso degli anni le organizzazioni sindacali hanno denunciato numerose inadempienze contrattuali tra cui, oltre ai sistematici ritardi nel pagamento degli stipendi:

-La sospensione del pagamento dell’indennità ERG

-Il mancato pagamento del premio di risultato

-La mancata corresponsione da sei anni dei 306 euro annuali previsti dal contratto nazionale ed erogati dalla Regione

-Il mancato versamento dei contributi previdenziali all’Inps, tanto che più volte il comune ha dovuto sospendere l’erogazione dei corrispettivi per il servizio in quanto l’azienda non era in regola con il DURC.

-Il mancato versamento dei ratei del fondo previdenziale integrativo Priamo

-Il mancato versamento degli importi relativi alle cessioni del quinto dello stipendio

 

 


Per quanto riguarda la risoluzione contrattuale il capitolato d’appalto prevede:

 

La risoluzione con diffida ad adempiere

* per gravi ed ingiustificate irregolarità del servizio

(Vedi sistematica irregolarità sanzionata con penali)

*per mancato rispetto delle disposizioni di legge in materia di sicurezza

(Vedi ricovero notturno delle vetture in piazzali non a norma)

 

La risoluzione di diritto

* quando il contraente non applichi a tutto il personale o a parte di esso il trattamento giuridico ed economico previsto dalle leggi

(Vedi sistematica ritardo nel pagamento dello stipendio e di altri istituti contrattuali)

* qualora l’aggiudicatario non rispetti il termine dei 36 mesi per completare il rinnovo totale del parco mezzi

(Vedi ritardo di 2 anni nel rinnovo parco mezzi)

 

 

Il contratto avrebbe dovuto quindi essere risolto di diritto già da tempo e non capiamo chi e per quale motivo abbia deciso di non procedere alla risoluzione come previsto dal capitolato di appalto.

Ci sembra che ci siano comunque motivi sufficienti, a fronte della manifesta incapacità di RomaTPL a far fronte ai propri impegni, per interrompere il contratto e riportare l’insieme del servizio ad Atac con conseguente assorbimento del personale.

La privatizzazione parziale del servizio di trasporto pubblico ha dimostrato il suo fallimento. Come dimostrato da Roma TPL la privatizzazione ha significato un peggioramento del servizio per l’utenza e una sistematica violazione dei diritti dei lavoratori, sui quali è stato scaricato interamente il costo della cosiddetta concorrenza.

 

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